La sconfitta è degli illusi

L' Imperatore soppesò la penna tra le dita, poi la infilò abilmente nel calamaio, quindi afferrò il foglio appena vergato rileggendo attentamente il testo.
"Più chiaro di così!" esclamò soddisfatto, poi arrotolò il prezioso documento e lo chiuse accuratamente con ceralacca e sigillo.
"Adesso nessuno potrà dire di me: "Uomo di parola… soltanto quando l'usa per i suoi interessi!"
Fuori stava piovendo, gocce continue e abbondanti che rimbalzavano sul tetto per poi scivolare lungo il bordo irregolare fino a bagnare la terrazza.
L' uomo guardava il mare che si estendeva a perdita d'occhio oltre il declinare delle colline, la nebbia leggera e quasi trasparente sembrava nascere dal nulla…
Sant Elena, un'isola come tante altre, niente di speciale se di speciale può esistere qualcosa su questa Terra.
Una prigione, un esilio, ma a lui questo non importava granché: i suoi nemici, forse, lo credevano sofferente, addolorato, pentito perfino…
"Poveri illusi" pensò sorridendo "Io rifarei tutto quello che ho fatto, senza cambiarne una sola virgola.
Tutto, vittorie e sconfitte, dato che esse sono conseguenze di un insieme di cose irripetibili e contingenti.
La gente soppravaluta i vittoriosi e sottovaluta i perdenti, idealizza i condottieri, esalta Re, Principi e Autorità. Li segue solo fino a quando conviene, poi, una volta resasi conto del loro essere umani e non degli Dei, se ne distacca vigliaccamente e silenziosamente."
L'Imperatore sorrise nuovamente, si alzò tranquillo e camminò senza fretta sul tappeto della sala verso il grande camino.
La fiamma languiva, la stanza era fredda, bisognava riattizzare il fuoco: lui era anziano, relativamente in buona salute e voleva rimanere tale, quindi…
Si sedette sulla poltrona posta vicino al focolare,
gioca con l'attizzatoio ravvivando le fiamme e godendo quel calore naturale.
Il fuoco sembrava vivo e, a ben guardare… pareva accompagnare i suoi pensieri con il suo danzare tra nugoli di faville!
"Beh… se avessimo avuto la possibilità di riscaldarci almeno ogni tanto quando eravamo in Russia, accampati in mezzo alla neve o combattenti attorno a quella maledetta città…
Forse le sorti della guerra sarebbero mutate a nostro favore ma, d'altra parte, i russi erano di casa in quei luoghi gelidi e inospitali, noi non lo eravamo di certo!"
L' uomo diede un'altra ravvivata al fuoco muovendosi pigramente, poi restò immobile
per qualche minuto.
La pioggia era cessata, il silenzio rotto solo dal crepitio dei ceppi, un tranquillità piacevole e niente affatto noiosa.
Tra qualche minuto avrebbe chiamato il suo fido attendente, un inglese insospettabilmente amico suo.
Gli avrebbe consegnato il plico ordinandogli di farlo avere con la massima attenzione e sicurezza a uno dei suoi suo peggiori nemici.
Qell'individuo, infido e velenoso, ne sarebbe stato quanto meno colpito e molto preoccupato: copie di quel documento, infatti, sarebbero circolate di mano in mano fino a qualcuno che, di fronte a quelle dichiarazioni, non sarebbe di certo rimasto con le mani in mano…