Mi fido di te...

Sono molto triste, delusa, amareggiata, arrabbiata. Non posso credere che sia accaduto davvero questo. LUI e LEI insieme, tutti lo sapevano, meno che me, io ero all'oscuro di tutto. Mi fidavo di lei, al punto da rinnegare quello che il mio sesto senso aveva invece percepito da tempo, pur di continuare ad illudermi che tutto andava bene. Continuo ancora adesso a fare finta di nulla, anche se ho la piena consapevolezza di chi ho di fronte, ma non riesco a staccarmi, ci sto così male!
‐Bhè, allora, mi stai a sentire? Che ti prende GiùGiù, ti sei incantata?‐
Quelle parole mi riportarono sul pianeta Terra, lei mi guardava sconvolta perché continuavo a fissare il vuoto senza nessuna espressione sul volto.
‐Oh, scusa Cri, ma sai...il lavoro...sono davvero stanca‐ le dissi, cercando di cancellare nei miei occhi quell'espressione piena di rabbia.
‐E lo vedo, non stai neanche a sentirmi, ti serve un po’ di riposo‐, mi rispose lei con l'aria di chi sembra davvero preoccupata.
‐Mi basterebbe starti lontana e non vederti mai più o magari sarebbe stato meglio non averti mai conosciuto‐ urlavano i miei pensieri.
Avrei voluto tanto che quelle parole uscissero fuori, ma le uniche che pronunciai furono: ‐grazie, sei davvero un'amica!"‐ e mentre le dicevo mi avvicinai a lei abbracciandola forte.
E' incredibile come lo stesso gesto possa acquisire significati diversi a seconda della persona che lo interpreta: lei avrà pensato che avevo la necessità di comunicarle con quell'abbraccio il mio affetto, ma in realtà il mio unico desiderio era di stritolarla allo stesso modo in cui la mia "dolce metà" (alias, il BASTARDO) e la mia "tenera amica" (alias...credo che non sia il caso scriverlo, ma immagino avrete inteso perfettamente quello che avrei voluto mettere) avevano stritolato, strizzato, appallottolato...distrutto il mio cuore senza tanti scrupoli.
Lei mi guardò dritta negli occhi e con un sorriso largo sulle labbra mi disse: ‐è per questo che sono qui, so che sei stanca, ti aiuterò io con la festa a sorpresa di Francesco.‐
‐Quale festa a sorpresa! Non siete stati forse voi due a farla a me la sorpresa!‐ ancora i miei pensieri che non volevano saperne di tacere.
‐Che cara‐ le risposi ‐non so come farei senza di te.‐
‐Allora...‐ cominciò lei‐ ho già contattato tutti gli amici...ho qua la lista degli invitati, vedi se manca qualcuno‐
Presi quel foglio in mano e cominciai a controllare i nomi ad uno ad uno. ‐Già...spero che vengano tutti Cri...ho in mente un finale a sorpresa‐ le dissi con un sorriso di plastica stampato sulla faccia.
‐Davvero? Di che si tratta!‐ mi chiese incuriosita.
‐ Non posso dirti nulla per il momento, vorrei tanto potertene già parlare, ma voglio che sia una sorpresa anche per te‐, le risposi con un sogghigno sul volto.
Ma sì...finalmente avrei dato forma all’idea di vendetta alla quale avevo pensato: li avrei svergognati davanti a tutti. ‐Questo compleanno dovrà ricordarselo per sempre quel bastardo...tutti dovranno sapere quello che mi hanno fatto...ma che sto dicendo...lo sanno già...che stupida...sono solo io a non sapere nulla...solamente io...la diretta interessata...che stupida...quale vendetta...sarebbe solo un'ulteriore umiliazione per me...‐
‐GIUUUUU, ma che ti prende, mi senti?!‐ Era di nuovo lei che mi riportava alla realtà, questa volta oltre a urlarmi contro mi strattonava anche. ‐Dimmi cosa ti turba, così mi fai stare in pena, sai che di me puoi fidarti‐ mi disse.
La guardai assente, non c'era più rabbia, ma solo rassegnazione, e con voce tremante le sussurrai: ‐lo so che posso fidarmi di te, ma credimi, è solo un po’ di stanchezza...‐
‐Stanchezza cronica amica mia, sei messa davvero male! Ma adesso devo andare, si è fatto tardi, allora ci si vede stasera per la festa.‐
L'accompagnai alla porta, un bacio e lei andò via ignara della lotta violenta delle emozioni che avevo dentro. Chiusi la porta e mi accasciai per terra, cominciai a piangere a dirotto, non riuscivo a calmarmi, non riuscivo più a capirmi, non sapevo più veramente quello che volevo. Da un lato la rabbia che richiamava la vendetta, dall'altro la paura di rimanere da sola. Mi accorsi che anche se erano passati sei mesi dalla tremenda scoperta, non ero ancora pronta per affrontare la verità. Decisi allora di prendere la soluzione più semplice: tradire me stessa, continuando a fare finta di nulla...