Vita in paese - II° episodio “Festa in paese”

Vita in paese ‐ II° episodio  “Festa in paese”

‐ Brava! Brava! Bis!
Era iniziato da poco il concerto della cantante Lucy, che già gli amici inseparabili:  il Professore, il Cancelliere, Occhio Fino, il Nobile, s’erano riuniti e per l’occasione, c’era anche  il loro amico il Marziano accompagnato dal  suo amico Jonn, giunto da Londra per passare insieme le ferie.  Applaudivano la cantante; in più c’era il fotografo del paese, detto Scatto Lesto che col suo apparecchio fotografico era sempre pronto a scattare foto da prima pagina. Era quel che diceva sempre, incensandosi da solo.

Seduti tutti in prima fila, ammiravano Lucy la cantante che stava sul palco, situato per l’occasione nei giardini pubblici del piccolo paese, proprio al lato del bar del Nobile.
La folla affluiva sempre più al richiamo della voce di Lucy che aveva concesso il bis ai ragazzi, anche se aveva iniziato a cantare da solo cinque minuti, i posti a sedere erano quasi esauriti. Il Professore si era seduto al fianco di Jonn, col quale di tanto in tanto scambiava qualche parola d’inglese, guardandosi in torno, cercava negli sguardi e sui visi delle persone che prestavano attenzione allo sfoggio del suo inglese maccheronico, un elogio o un qualsiasi consenso di compiacimento al suo sapere.
Il Marziano, ascoltando il suo inglese, si rivolse a Jonn che manifestava visibilmente il suo disagio per non avere compreso nulla di ciò che il Professore stava tentando di dire, e disse:
‐ Jonn, vedi che ti sta parlando della bravura della cantante!
La frase formulata e pronunciata in un perfetto inglese.
Jonn ringraziò il suo amico e sorrise al Professore che, a sua volta, sorrise ed elogiò il Marziano dicendo:
‐ Bravo Mario, niente male il tuo inglese, se ti fa piacere, puoi passare da me, quando avrai un po’ di tempo, sarà un piacere poterti dare qualche piccola lezioncina di pronuncia, così il tuo inglese sarà perfetto.
Il Marziano senza ribattere ringraziò Peppe per la sua disponibilità. 
Intanto, Occhio Fino non staccava gli occhi da dosso a Lucy che continuava a cantare le canzoni del suo repertorio.
Il Cancelliere con la sua famiglia si dava da fare per tenere sottocchio il suo bellissimo bambino di sette anni, Alarico, stava giocando con un gruppetto di amici, suoi coetanei, al salto più grande. Il gioco consisteva nel saltare dall'alto di cinque gradini per atterrare il più lontano possibile. Proprio in quel momento il piccolo stava per spiccare il volo, quando, fermandosi disse gridando, tanto da far girare tutti:
‐ Lovatevi davanti che debbo zompare.
Rivolgendosi ai suoi piccoli amici, però aveva riscosso più attenzione da quelli di suo padre, su tutto dal Professore che disse al Cancelliere:
‐ Giacché ci siamo, Antonio, mandami anche tuo figlio a lezione, solo che per lui sarà d’italiano.
Il Cancelliere sorridendo rispose:
‐ Sì Peppe a te non ne scappa una, va bene, Professore!
Intanto il fotografo che aveva iniziato a scattare foto alla rinfusa, disse ai suoi amici di mettersi in fila, l’uno accanto all'altro sotto il palco perché intenzionato ad  immortalarli mentre Lucy cantava; gli amici non si fecero pregare due volte e presero posto sotto il palco, cercando di mettersi in posa in  attesa dello scatto.
‐ Ecco fermi! No! Occhio Fino no, guarda verso di me, lascia stare le gambe della Lucy!
‐ Ma quali gambe? Sto cercando di farmi passare un dolore che mi è preso a causa di guardare sempre nella stessa direzione mi è venuto il torcicollo...
‐ Sì ti ho visto sai? Quando guardavi fisso la Lucy.
‐ Un’altra accusa inesistente, lo sai che non ci vedo per niente ed ho impiegato il tempo di 7 canzoni per riuscire a vedere appena il colore dei suoi occhi che sono verdi.
‐ Guavda che gli occhi sono celesti, Occhio Fino!
Fece notare il Nobile col suo accento blasonato, che di tanto in tanto sfoggiava per dire qualcosa, perché più propenso ad osservare che non a parlare.
Intanto la cantante si prese una piccola pausa e scese dal palco, subito il gruppo d’amici, corsero lei incontro chiedendole un autografo. Il Marziano fu il primo a raggiungerla con carta e penna alla mano, Scatto Lesto si precipitò per la foto ricordo.
‐ Ecco fermi…no, Mario non va, scusi Lucy, ma c’è troppa differenza e la metà del suo corpo, quella superiore, a questa distanza non entra nella foto.
Infatti il Marziano, conosciuto per la sua statura lillipuziana, al fianco della bella cantante risultava piccolissimo…

‐ Così, sì ragazzi, bravi anche voi, tutti insieme, è una bella piramide. Però, che foto da prima pagina, Mario sembri un gigante, ora sei pari alla nostra star Lucy.
‐ Lo credo bene, è seduto sulle mie spalle!
Disse il Cancelliere, mentre il figlio gli tirava calci perché voleva salire anche lui sulle sue spalle.
‐ Ecco perfetto, ancora una per essere sicuri che tutto riesca bene, grazie ragazzi passate domani e potrete già vederle, ecco anche a lei il mio indirizzo se le interessa la foto …
‐ Lascia stave Scatto Lesto. Rispose il Nobile.
‐ Pevmette signovina Lucy, sono Franco detto il Nobile, pvopvietavio del bav omonimo per lei solo Fvanco, posso pvendevmi l’incavico di favle aveve questa foto vicovdo?
La cantante che fino allora non aveva aperto bocca, che per cantare, rispose:

‐ Ehi! Ma credi che io mi metta a ricevere foto da quattro sprovveduti come voi?
‐ Mi scusi, ma non volevo offendevla.
‐ Non mi sono offesa, ho solo detto quello che penso. Aggiunse Lucy, che si rivelò tutt'altra che gradevole come persona. Il Nobile tagliò corto e si allontanò dal gruppo, il Professore che aveva seguito tutta la scena si avvicinò a Lucy e disse:
‐ Permetta che le dica che il mio amico non voleva offenderla, ci sono modi e modi per dire ad una persona che le è magari antipatica. In quanto alla sua definizione di sprovveduti, non sarei tanto d’accordo, se lei è qui stasera è anche grazie a questi sprovveduti, come ci ha definito lei.
La ragazza lo guardò con disprezzo e poi con un riso beffardo gli girò le spalle e risalì sul palco per cantare. Il Professore, non avendo ricevuto una risposta soddisfacente, alzando la voce per darsi un’aria da spavaldo, e perché tutti sentissero, disse:
‐ Signorina Lucy, continui pure a cantare, deve rispettare le regole del contratto che noi le abbiamo fatto sottoscrivere per questa serata, su, su, inizi e non perda tempo, altrimenti saremo nell’obbligo di ridurre il suo cachet!
Lucy lo guardò con un fare da menefreghista e riprese a cantare come aveva già previsto. Il Professore, nel frattempo cercava con lo sguardo i suoi amici che si erano allontanati dal palco perché il Nobile s’era sentito poco bene, così, quando li raggiunse domandò se il suo malore fosse dovuto, al piccolo litigio che c’era stato tra lui e la cantante, il Nobile rispose di no, era solo dovuto al fatto d’avere bevuto una birra troppo fredda. Il Professore non si lasciò scappare l’occasione di sfoggiare il suo sapere ed iniziò a porre delle domande alla maniera di un dottore della scientifica.
‐ Allora vediamo, hai detto che hai bevuto una birra, a che ora?
‐ Savà stato mezzova fa, non so con esattezza. Rispose il Nobile.
‐ Bene, e quando hai mangiato l’ultima volta?
‐ È stato staseva prima del concevto, un’ova fa, ma pevché queste domande, io ho solo male di pancia!
‐ Appunto devo appurare se si tratta di un banale blocco digestivo, oppure altro.
‐ Ma perché non chiamiamo il dottore, deve essere qui alla festa anche lui, non vi pare?
Disse Occhio Fino, che sembrava inquietarsi per il suo amico. Il Professore, seguitò tutto concentrato, ed ignorando la sua domanda, continuò nella sua indagine per stabilire una diagnosi ed il rimedio:
‐ Bene, vedo che sei in piena digestione e l’avere bevuto la birra fredda ha bloccato la digestione.
‐ Sì, Peppe questo lo sapevo già.
Rispose il Nobile tra una smorfia e l’altra di dolore, sulla fronte iniziavano a formarsi delle goccioline di sudore.
‐ Sì, dicevo appunto, che hai bisogno di prendere una bevanda calda, non ti preoccupare, ti devi mettere disteso, andiamo al bar, lì puoi distenderti.
Così dicendo i tre aiutarono Il Nobile fino al bar sotto stretta sorveglianza del Professore che tastava il polso ogni momento per appurarne i battiti. Giunti al bar entrarono nella saletta detta: “Degli Amici” dove c’era un divanetto sul quale adagiarono Il Nobile. Il professore ordinò al Cancelliere di tenere alzate le gambe del Nobile, Occhio Fino ripeté la domanda:
‐ Chiamiamo il dottore forse è meglio non vi pare?
Intanto il Nobile si contorceva per i dolori atroci al ventre e sudava fortemente. Il Professore da canto suo non accennava a lasciare il malato al dottore, infatti, disse:
‐ Tranquillo Occhio Fino e pure tu Franco, non dimentichiamoci che stavo per diventare dottore, ma ve lo siete dimenticati?
Rispose il Nobile, nonostante il dolore atroce, con ironia:
‐ E chi se lo dimentica Peppe, dovevi dave solo un centinaio di esami per diventavlo, una sciocchezzuola. Occhio Fino chiama il dottove, anche se ho vispetto pev te Pvofessove, ma qui si tratta della mia vita, compvendimi! 
Occhio Fino e Il Cancelliere andarono alla ricerca del dottore i due chiamarono anche il Marziano e il suo amico inglese, che pregarono di tenere d’occhio il Professore spiegandogli dell’accaduto. 
I due lo raggiunsero, che appunto, stava tentando di far bere una tisana calda al Nobile, il quale visibilmente stava male e non ce la faceva a stare seduto per bere. Il Marziano ed il suo amico vedendolo dissero:
‐ Professore aspetta vai a cercare il dottore ce ne occupiamo noi per farlo bere.
‐ No, amici vi ringrazio, ma già sono andati in due a cercarlo, anche se non è veramente necessario, lui ha solo una banale congestione.

‐ Ecco il dottore!
Esclamò il Marziano, tirando un sospiro di sollievo.
‐ Franco, cosa ti è successo!
Domandò preoccupato il dottore vedendolo in quello stato di sofferenza. Il Professore non diede il tempo al Nobile di rispondere che subito subentrò dicendo:
‐ Ho potuto capire dai sintomi e da quello che mi ha detto che si tratta di una banale congestione.
‐ Peppe, ma come fai a dire ciò, sei dottore? Dimmi cosa è successo svelto sta male.
‐ Davvero?
Rispose il Professore diventando, a sua volta pallido. Poi farfugliò:
‐ Ha mangiato e dopo un’ora ha bevuto una birra fredda.
Il medico chiese di lasciarlo solo con Franco. Tutti uscirono e guardavano di traverso il Professore che faceva finta di guardare in direzione del palco, per non incrociare lo sguardo di rimprovero dei suoi amici. Dopo cinque minuti il dottore uscì e domandò loro dove fosse il telefono. Tutti allo stesso tempo risposero:
‐ Dietro di lei dottore!
Con lo sguardo sospeso come i loro respiri ascoltavano il medico che, diceva: 
‐ Pronto Soccorso? Inviatemi un’ambulanza, sono il dottore De Michelis, c’è una persona che ha bisogno urgentemente d’essere operato d’appendicite  c’è forte rischio di peritonite, fate presto, sono qui al Bar del Nobile, sì, conosce? Bene fate presto!

I cinque si guardarono. Poi gli sguardi si rivolsero tutti in direzione del Professore che, con un’espressione da innocente disegnata sul suo viso, disse:
‐ Ragazzi, tutto lasciava presupporre che fosse una congestione, che ne sapevo io, pensavo che fosse già stato operato di appendicite eh! Altrimenti ci avrei pensato.
Così tra il suono del complesso sul palco e quello della sirena dell’ambulanza, la festa finì all’ospedale per i cinque amici, che con le loro auto seguirono l’ambulanza che trasportava il Nobile e vegliarono per il resto della notte nell'atrio dell’ospedale, fin quando il dottore non annunciò loro che Franco era stato operato ed era fuori pericolo.