su "Ragazza nera ragazza bianca"

"Posso essere una persona buona. Posso essere uno strumento di felicità per gli altri".

Di cosa parla la Oates in questo libro? Parla di amicizia, parla di speranza e di disperazione, parla di due realtà diametralmente opposte che provano ad incontrarsi seppur con tutte le ritrosie degli anni bui: entrambi hanno 18 anni.
Siamo in un prestigioso collage a Filadelfia nel 1975, due ragazze dividono la stanza. Genna Hewett-Meade è una ragazza bianca e benestante, figlia di una famiglia che ha sempre lottato per i diritti civili e vicina ai movimenti hippie, dichiaratamente contro la guerra del Vietnam, ma che non ha la ben minima voglia o responsabilità di occuparsi della figlia.
Minette Swift è una ragazza di colore, proveniente da una famiglia povera, e sentitamente presente, una famiglia molta devota e cristiana, ma anche molto bigotta e ignorante. E fin qui niente di speciale, sembrerebbe, ma il plus che la Oates con la sua maturità sa inserire nei suoi romanzi è il non cadere in facili stereotipi. L’autrice ci racconta la vita vera, le situazioni comuni, il percorso di crescita di queste due fanciulle ognuna con i propri problemi, spesso evidenti, spesso nascosti o omessi. Ma queste due ragazze riusciranno con tutte le diversità ad avvicinarsi e ad instaurare un autentico rapporto d’amicizia? Entrambe sentono il peso e la responsabilità di dovercela fare, e di avere – per motivi diversi – caratteri e atteggiamenti particolari, ma nel collage le altre ragazze accetteranno ogni loro comportamento o penseranno ad etichettare e emarginare le due giovani ragazze?
La Oates riesce a parlarci attraverso questo lungo percorso di amicizia/sofferenza comune di un’epoca, quella degli anni ’70 d’America, quella delle leggi razziali, dello scandalo Nixon, del terrorismo, della droga, riuscendo intimamente anche a raccontarci nel profondo le insicurezze, le paure, le fragilità e angosce di un periodo: quello dell’adolescenza. E si sa nell’adolescenza siamo tutti più vulnerabili, pedine fragili e bersagli facili da colpire, e basta un minimo errore, un gesto sbagliato o una parola reiterata di troppo per compromettere lo sviluppo di un fiore che sboccia. Tutto si blocca e la metamorfosi diventa una morte anticipata. Rispetto agli romanzi forse si fa più fatica ad entrare nella storia, bisogna dargli tempo, ma poi questo flusso di coscienza continuo vi ripagherà di tutta la narrazione con un finale decisamente inaspettato, che pareggerà i conti di azioni spesso fatte con leggerezza.

"... c'è qualcosa di strano e meraviglioso nella famiglia. Qualcosa di mostruoso nella famiglia. La famiglia è una creatura dalle molte teste, come l'Idra. La famiglia è il locus dell'ossessione. La famiglia significa possedere ed essere posseduti. La famiglia è il trasferimento di geni da una generazione alla successiva. La famiglia è puro ego. La famiglia è uno scherzo di natura. La famiglia è estinta. La famiglia è vita privata e non c'è valore nella vita privata. Non c'è valore in nessuna vita. Eccetto che nella vita del Popolo. La vita della Rivoluzione. In un'epoca di Rivoluzione come la nostra, la vita privata ha cessato di esistere come la vita privata cessa di esistere in tempo di guerra".

Ragazza nera ragazza bianca

di Joyce Carol Oates

Libro "Ragazza nera ragazza bianca" di Joyce Carol Oates
  • Casa Editrice
    Mondadori
  • Dettagli
    315 pagine
  • ISBN
    880464821X