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La penna è più potente della spada, e decisamente più comoda per scrivere.

Scrivere è un lavoro, ma è anche un'esigenza, e una volta che hai i tuoi personaggi su carta, non puoi abbandonarli. Devi reagire a loro.

Credo che molti scrittori si sentano come degli attori frustrati, quando cercano di riprodurre la voce di un personaggio sulla pagina.

Cerco di scrivere libri che trascendano il loro tempo. Il mio intento è anticipare dove andrà la cultura, oppure scrivere di argomenti che mi premono molto.

Non mi importa più di scrivere un libro importante, mi interessa soltanto di scriverne uno che, indipendentemente dai difetti, lasci una traccia della mia esistenza impossibile.

Non ho mai scritto a casa, né soggetti né sceneggiature. In casa riesco solo a scrivere articoli, ma per i film devo andare in una stanza d'albergo.

Con gli anni, la voglia di scrivere sul passato forse lascia posto all'interesse per il proprio tempo.

Tendo a prendere spunto da altri versi che mi piacciono e poi a scrivere attorno ad essi.

Mi do un obiettivo di 600 parole al giorno come produzione minima, indipendentemente dal tempo, dal mio stato d'animo o se sono malato o sano. Devono essere 600 parole finite, non parole quasi giuste.