Guardo, la nebulosa
che danzando s'espande
e poi s'inchina e solleva
In stretto spazio ritenta
ogni volta volute nuove
D'un corpo s'accontenta
ma aspira a larghi cieli
e dunque decide
di non uscir dai suoi canali
ma i canali stessi
nell'aere trasportare
D'unificare il sé
col suo sé volante
e del corpo che protegge
farne lo strumento.
Quattro agosto 2013 h. 01, 07
21 gennaio 2016
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