Guardo, la nebulosa
che danzando s'espande
e poi s'inchina e solleva
In stretto spazio ritenta
ogni volta volute nuove
D'un corpo s'accontenta
ma aspira a larghi cieli
e dunque decide
di non uscir dai suoi canali
ma i canali stessi
nell'aere trasportare
D'unificare il sé
col suo sé volante
e del corpo che protegge
farne lo strumento.
Quattro agosto 2013 h. 01, 07
21 gennaio 2016
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Della Madre Ché madre fu, quella falda acquifera che lambisce l’humus e, per le radici, lentamente si arrampica ed espande fra le fibre del tronco per raggiungere i rami e irrorare di vita i germogli e le foglie.
Ché madre fu, la fatica e la gloria a superare ogni forza nemica dell’etere che gonfia ogni bolla pregna del disegno dell’Universo, e portandola in alto, la comprime e la scoppia spargendo ogni essenza di vita.
E fu quindi madre, a