Daisen (esserci)

Esserci, da poco qui
piccolo mio, piovuto nel mondo,
con il ricordo inconscio dei tuoi suoni ovattati
e l’acqua che ti rendeva più pesce che uomo.
Poi sei piovuto qui
nel nuovo mondo
di cui assapori più incertezza che chiarezza.
Di buono c’è il seno della mamma,
che ti promette cibo e amore.
Ma anche quello lo devi guadagnare,
ed è un lavoro nuovo,
da esplorare.
Ci sono voci,
che non riconosci,
intorno a te…
che noi sappiamo voci,
ma tu non discerni che rumore,
incertezza anche quella
che non assicura, ancora, amore.
Poi lo saprai,
che il suono delle voci
è quello di chi ti aspettava al mondo
voci di chi amava ancora prima che tu nascessi,
voci di chi ti ama oggi e ti amerà domani.
Ma tu, piccolo mio, piovuto al mondo,
lanciato in mezzo a noi,
con il ricordo inconscio di una quiete
che hai perduto,
adesso ancora lotti, ogni minuto,
coi tuoi sussulti,
le manine aperte,
i tuoi sospiri
e i tuoi pugnetti stretti nella quiete.
Noi, già piovuti in tempi differenti,
in questo mondo,
che conosciamo appena un poco più di te,
staremo attenti
a darti sicurezza
amore, certezza e consuetudini felici.
Staremo attenti a farti un po’ da nido
e un po’ da allenamento al volo,
per fare sì, che tu,
cresciuto, un giorno,
ne voli, con ali forti e nuove,
sempre più fuori.

In tedesco, Dasein è sinonimo di esistenza. Il  filosofo Heidegger parlava di "esserci" e l'essere umano viene "lanciato" nel mondo. Ho pensato al mio nipotino, lanciato nel mondo, proveniente dal suo mondo e mi sono immedesimata nella sua naturale difficoltà di adattamento e comprensione. "Esserci", vuole dire vivere il tempo e lo spazio della nostra vita ed interagire con gli altri... un po' semplificato, ma è il senso che ho dato al titolo.